Il Prosecco è un vino molto particolare perché può essere prodotto solo in alcune zone del Veneto e del Friuli -Venezia Giulia.
Quindi, la domanda “come si produce il Prosecco” è ancora più curiosa. In questo articolo vedremo in modo chiaro tutto il procedimento.
Ma chi siamo noi per spiegarti come si fa il Prosecco? Siamo produttori di Prosecco Superiore D.O.C.G, quindi stai tranquillo e buona lettura.
Il vitigno per fare il Prosecco

Il Prosecco si fa solo con un vitigno specifico, chiamato Glera. Naturalmente si tratta di uva bianca e, una differenza particolare consiste tra il Prosecco D.O.C. ( di origine controllata) e il D.O.C.G. ( di origine garantita e controllata); il vitigno è sempre lo stesso in entrambi i casi, ma per il D.O.C.G, in sintesi:
1) L’uva viene raccolta a mano da piccoli coltivatori in collina.
2) I controlli sono molto più rigidi.
In questo articolo sempre del nostro blog puoi approfondire l’argomento del vitigno
La zona di coltivazione

La zona in cui viene prodotto il Prosecco è molto importante, e qui già c’è una grande differenza tra il D.O.C. e il D.O.C.G.
Il D.O.C.G. si produce solo in tre zone, – dal 2019 patrimonio dell’Unesco – Valdobbiadene, Conegliano, Asolo. I terreni sono in collina dove il clima è migliore, e sono ricchi di minerali.
Per ottenere un Prosecco DOCG eccezionale, il rispetto della natura è fondamentale. Non vengono usati diserbanti e l’erba che cresce vicino alla vite viene raccolta a mano come si faceva una volta.
Inoltre, noi in Contidoro usiamo solo vitigni che hanno almeno cinque anni, e questo consente al vino di esprimere il massimo del suo potenziale.
La Potatura e la raccolta

Siamo ancora nelle vigne, è si, perché il Prosecco superiore DOCG è un vino davvero particolare e ogni dettaglio è curato con grande attenzione.
Un altro segreto della prelibatezza di questo vino è la potatura e la raccolta. Fasi importantissime, rigorosamente fatte a mano da coltivatori esperti così da garantire la raccolta solo delle migliori uve. A differenza invece del Prosecco DOC, per il quale la potatura e la raccolta avviene mediante l’uso di attrezzature meccaniche senza troppo selezionare l’uva. Ciò che conta qui è la quantità, la resa, la velocità.
Considera che, per lavorare un ettaro di vigne di Prosecco superiore DOCG servono circa 600 ore di lavoro. E’ un lavoro artigianale straordinario, proprio questo ci contraddistingue in tutto il mondo e siamo patrimonio dell’Unesco – Prosecco Superiore DOCG.
La raccolta a mano inoltre permette di selezionare i grappoli più maturi, tale operazione permette anche di non rovinarli.
La pressatura e la decantazione pere fare un Prosecco straordinario
Dalle vigne adesso entriamo nel vivo della produzione del Prosecco. Le uve vengono pressate in modo soffice, delicato, così da estrarre il miglior mosto.
Dopo la pressatura, il mosto ricavato viene fatto riposare in botti speciali con una temperatura di circa 14° gradi. Questo consente di mantenere le proprietà organolettiche.
Il metodo Martinotti-Charmat per produrre la spuma
Dopo la decantazione, il mosto adesso è pronto per diventare vino.
Il metodo di produzione per produrre il Prosecco che andremo a vedere tra poco si chiama: metodo Charmat o Martinotti. Devi sapere innanzitutto che questo metodo è il più usato per produrre spumanti.
Ma procediamo per gradi.
Il nome “Martinotti” deriva dal direttore dell’istituto Sperimentale per l’Enologia di Asti, Federico Martinotti nel 1895, il quale inventò tale procedimento.
E perché si dice anche “metodo Charmat”?
Semplice, perché quasi un ventennio dopo, agli inizi del ‘900, un francese di nome Eugène Charmat usò il metodo “Martinotti” costruendo autoclavi per il processo di rifermentazione.
Possiamo dire che Federico Martinotti fu il “professore” il teorico che inventò il metodo; Eugène Charmat fu l’imprenditore che mise in pratica la teoria producendo macchinari e brevettandoli, per produrre lo spumante.
Come si produce il Prosecco: il metodo di produzione
Il Prosecco è famoso per essere appunto prodotto attraverso il metodo “Martinotti-Charmat” usato per far diventare il vino uno “spumante”. Sappi però che esiste anche il Prosecco “tranquillo”, quindi senza bollicine e spuma. Ma la versione spumante copre oltre il 90% della produzione.
Veniamo alla pratica, dato che ora conosci cosa significa il “metodo Martinotti- Charmat”.
Il mosto, decantato, viene messo dentro un’autoclave – l’invenzione di Federico Martinotti- per circa un mese. Qui avviene il famoso processo della “spuma”.
A questo punto il vino all’interno dell’autoclave pressurizzata inizia la creazione delle bolle, processo che tecnicamente si chiama: ” prese di spuma”.
La seconda fermentazione
Dopo la prima fermentazione all’interno dell’autoclave, si crea una seconda fermentazione aggiungendo zucchero di canna e lieviti autoctoni.
La diversa quantità di zucchero serve per determinare la tipologia di Prosecco: brut, extra brut, dry, extra dry.
In questo articolo ti spieghiamo la differenza di questa classificazione.
In questa fase si concretizza la giusta bollicina, e come risultato si ottiene un profumo caratteristico del Prosecco, di terra, foglie e di buccia di vinaccioli.
La filtrazione
Siamo quasi alla fine, il vino viene filtrato per eliminare qualunque tipo di sedimento.
L’imbottigliamento e il controllo
Eccoci pronti per l’ultima fase, l’imbottigliamento. Noi nella cantina Contidoro usiamo una speciale bottiglia di colore scuro (OAK) per proteggere il Prosecco Superiore DOCG dai raggi UV, che potrebbero comprometterne il sapore e profumo.

Speriamo che l’articolo ti sia stato utile.
Cin Cin a tutti
A presto da Contidoro
“Solo uve d’eccellenza per un Prosecco di Lusso”